La fondazione »Il Giardino di Daniel Spoerri« è stata inaugurata nel 1997. Da allora, Daniel Spoerri ha continuato ad arricchire il suo parco di sculture con nuove installazioni – opere da lui realizzate o da artisti e artiste che hanno giocato un ruolo importante nel suo percorso artistico e biografico.
Oggi, i visitatori possono scoprire nel grande parco ben 115 installazioni di 56 diversi artisti. Alcune sono nascoste all’ombra di fitti boschetti, come »Il Galletto e la Mantide irreligiosa« di Daniel Spoerri; altre attirano i visitatori da lontano, come l’olivo parzialmente dorato di Dani Karavan (»Adamo ed Eva«).
Morte e Eros sono temi che tornano spesso nel Giardino (per es. »Albero dei crani e Il diavolo e la donna impudica« di Daniel Spoerri). Altre opere si confrontano con la mitologia (Pavel Schmidt »Venere e Davide tra i respingenti« di Pavel Schmidt), sperimentano con il linguaggio (»Palindromo« di André Thomkins) o si richiamano all’astrologia (il Giardino ospita l’intera opera astrologica di Eva Aeppli).
Il paesaggio
La bellezza e varietà del paesaggio e la presenza delle opere d’arte fanno sì che la passeggiata nel parco risulti affascinante, sia per gli appassionati di arte contemporanea che per le famiglie con bambini. Questi ultimi apprezzano soprattutto il »Sentiero murato labintiforme« di Daniel Spoerri o l’installazione »Dies Irae« di Olivier Estoppey, con tre suonatori di tamburo di grandi dimensioni o le 160 oche di cemento. Non mancana la presenza delle opere interattive, per esempio la scultura sonora di J. R. Soto e l’installazione in bronzo »Chambre No.13«, un’opera che riesce a confondere i sensi del visitatore.
Eat Art
Ovviamente, un ruolo importante è attribuito alla Eat Art, che al pari dei »quadri trappola« costituisce un aspetto essenziale dell’opera di Daniel Spoerri: ecco quindi la grande fontana »Gocciolatoio di tritarne«, in cui l’acqua gocciola da un’altezza di tre metri; la tazza di enormi dimensioni che accoglie il visitatore proprio accanto all’ingresso; e infine l’unico lavoro che Daniel Spoerri ha (finora) realizzato in marmo, »De claris mulieribus-Ultime cene«: un riferimento ai pasti che celebri figure femminili della storia assunsero prima di morire.