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A fare da supporto, questa volta, non è il piano di un tavolo ma
delle vecchie cassette di caratteri tipografici. Il titolo della serie
è un doppio senso che allude alla cassetta delle lettere postali
e a quella delle lettere tipografiche. Per Spoerri, le lettere dell’alfabeto
sono la materia prima di tutte le narrazioni e le storie possibili, scritte
e non scritte. “Con questi caratteri si potrebbero scrivere tutte
le missive del mondo di cui sarebbero il sostrato, lo schermo o l’orizzonte,
come in teatro. E, davanti, i drammi accennati appena, come un gioco di
scacchi, ma che ognuno deve raccontare a se stesso”.
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