Johann Wolfgang v. Goethe
Pietra della buona Fortuna
Pietra della buona Fortuna
Agathe Tyche
5.4.1777 – 5.4.1999
161 x 89 x 89 cm
Travertino
Realizzata da Goethe nel 1777, quest’ opera, come scrive Arturo Schwarz, »è una specie di altare laico, concepita per santificare l’amore che porta alla consapevolezza e all’armonia«. Più corretto sarebbe chiamarla pietra della buona sorte, utilizzando con ‘sorte’ una vox media possibilista come la parola francese chance. A 222 anni di distanza dunque Spoerri ripropone l’idea di Goethe, e persino la loro inaugurazione cade perfettamente lo stesso giorno! Singolare coincidenza di numeri, ancora una volta frutto del Caso? L’aveva veduta in un parco pubblico di Weimar, colpito dalla essenzialità significante della sovrapposizione: due forme primarie agli antipodi: sfera su cubo, cioè l’irrequietezza sulla stabilità. Doveva trovare posto anche al Giardino sintetizzandone il senso, e come auspicio di buona sorte, presagita dalla scoperta di una altissima pianta d’alloro nel luogo scelto da Spoerri per l’installazione.