Daniel Spoerri
La fossa dei cloni
La fossa dei cloni
2000
bronzo, muro di mattoni
La fossa dei cloni in laterizio è posta ai margini del parco, una desolata area di confine della quale vergognarsi. Accatastati l’uno accanto all’altro, indistinguibili come cloni, vi giacciono »cinque manichini di bronzo a grandezza naturale, con gli arti slogati« come li descrive l’autore. La mente corre ai massacri delle guerre, alle fosse comuni, testimonianza di quanto orrore sia capace di produrre l’uomo. Ma senza i lati oscuri non esisterebbe la bellezza della vita ed è quindi giusto, sembra dire Spoerri, mettere in luce anche questi aspetti. Del resto quei corpi contorti, una volta disposti, sono sembrati »quasi belli« all’artista, »così senza gravità«, »come danzatori burattini, fermati nell’atto del movimento«, evocatori quindi di quella attitudine, la danza, che secondo molti ha condotto Spoerri all’arte.
C.G., A.M.