Angelo Maineri
Clorofillìa – vite radicate
Clorofillìa – vite radicate
2017
altezza cm 500 ca.
malta fibrorinforzata
L’opera si presta a più letture. Già il titolo suggerisce l’attenzione e la cura che l’uomo dovrebbe avere per
la salvaguardia dell’universo vegetale. Deforestazione, desertificazione, inquinamento, sono fenomeni della nostra contemporaneità che assumono dimensioni sempre più allarmanti e drammatiche. Tagliando alberi l’essere umano rischia in qualche modo di recidere le proprie stesse radici. La scultura sintetizza visivamente il legame strettamente vitale e di assoluta dipendenza tra l’essere umano e il mondo vegetale che lo sostenta. E’ importante richiamare e non dimenticare questi concetti nemmeno in un luogo come il Giardino di Seggiano, dove la natura è tanto lussureggiante che quasi »divora« le opere dell’uomo.
Le cinque figure che nascono dai rami sono diverse tra loro: un maschio, una femmina, una giovane figura ancora non distinta nel genere che vuole volare, una donna che fa riferimento alla sua capacità generativa dopo essere stata a sua volta generata dalla natura, un ramo vuoto, tagliato, che ha perso una vita, e sopra tutti il germoglio di una nuova nascita. L’attività continua; il ciclo non viene interrotto. Tutto si trasforma. Il tronco continua ad alimentare i suoi rami (…).
(Angelo Maineri)